26. lug, 2016

L'età che sento

Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma, ma con l’intento di continuare a crescere. Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita e le illusioni diventano speranza. Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata, ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa. E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia. Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero, perché i miei desideri avverati, le l...acrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo. Che importa se compio venti, quaranta o sessant'anni! Quel che importa è l’età che sento. Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure. Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni. Quanti anni ho, io? A chi importa! Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.
José Saramago

8. mar, 2016

Il Cappello Rosso Porpora

IL CAPPELLO  ROSSO PORPORA

 A Tre anni

 Lei si guarda e vede una Regina.

A otto anni

Lei si guarda e vede cenerentola.

A quindici anni

Lei si guarda e vede una Brutta sorella
("mamma non posso andare a scuola con questo aspetto").

A vent’anni

Lei si guarda e si vede
"troppo grassa,
 troppo magra,
troppo bassa,  troppo alta,
con i capelli troppo lisci, troppo arricciati",
ma decide che uscirà di casa lo stesso.

A trent’anni

Lei si guarda e si vede
"troppo grassa, troppo magra,
troppo bassa, troppo alta,
con i capelli troppo lisci, troppo arricciati
",
ma decide che non ha tempo di risistemarsi 
e che uscirà di casa lo stesso.

A quarant’anni

Lei si guarda e si vede
"troppo grassa, troppo magra,
troppo bassa, troppo alta,
con i capelli troppo lisci, troppo arricciati",
ma dice: "almeno sono pulita" 
ed esce di casa lo stesso.

A cinquant’anni

Lei si guarda e si vede "esistere"
e se ne va dovunque abbia voglia di andare.

A sessant’anni

Lei si guarda e ricorda tutte le persone

che non possono più nemmeno guardarsi allo specchio.

Esce di casa e conquista il mondo.

A settant’anni

Lei si guarda e vede la saggezza, la capacità di ridere

e saper vivere, esce e si gode la vita.

A ottant’anni

non perde tempo a guardarsi.

si mette in testa un cappello color rosso porpora

 ed esce per divertirsi con il mondo.

 

 

 

 

29. feb, 2016

Una cena per due

Un uomo portò suo padre ad un ristorante per godere di una deliziosa cena. Suo padre era abbastanza anziano, e quindi, un po' debole anche. Mentre mangiava, un po' di cibo cadeva di quando in quando sulla sua camicia e i pantaloni. Gli altri clienti osservavano l'anziano con i loro volti imbronciati per il disgusto, ma suo figlio rimase in totale tranquillità.

Una volta che entrambi finirono di mangiare, il figlio, senza mostrarsi neanche lontanamente imbarazzato, aiutò con assoluta tranquillità suo padre ad alzarsi e lo portò in bagno. Gli ripulì gli avanzi di cibo dal viso, e provò a lavare le macchie dai suoi vestiti; amorevolmente gli pettinò i capelli grigi e finalmente gli rimise gli occhiali.
All'uscita dal bagno, un profondo silenzio regnava nel ristorante. Tutti erano erano rimasti indignati dal modo di mangiare di quell'uomo e si chiedevano come ci si potesse rendere così ridicoli in pubblico dentro ad un ristorante.
Le uniche cose che si sentivano erano bisbigli e risatine di scherno. 
Il Figlio allora si apprestò a pagare il conto, ma prima di arrivare alla cassa, un uomo, di età avanzata, si alzò di scatto tra i commensali e chiese al figlio del vecchio: "non ti sembra di aver lasciato qualcosa qui?"
Il giovane rispose: "No, non ho lasciato nulla". Allora l'anziano gli disse:" Sì hai lasciato qualcosa! Hai lasciato qui una lezione per ogni figlio, e una speranza per ogni genitore!" 
L' intero ristorante a quel punto rimase in silenzio ed in molti si iniziarono a vergognare per aver deriso e giudicato l'uomo anziano e il figlio.

Uno dei più grandi onori che esistono, è poter prendersi cura di quegli anziani che una volta si sono presi cura di noi, I nostri genitori, gli stessi che hanno sacrificato le loro vite, il loro tempo ed il loro denaro per noi. Loro meritano il nostro massimo rispetto, SEMPRE 

1. nov, 2014

Il gioco è vita

L’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare                  (G. B. Shaw)

Se questo è vero….. il gioco in una comunità  come la nostra va promosso e valorizzato.

A volte ci capita di leggere negli sguardi dei nostri visitatori una forma di rispettosa ma  compassionevole indulgenza verso le attività ludiche o occupazionali nelle quali coinvolgiamo   i  nostri ospiti.  Nell’immaginario comune collettivo, il gioco appartiene alla tenera età  o alla giovinezza e in questa fascia di popolazione è legittimato in quanto strumento di crescita . Niente di più sbagliato!

Il gioco è  vita, è mettersi in discussione, è confronto con i propri pari,è stimolo al miglioramento della propria performance, è socializzante, è un motore che genera positività.

 Perché mai negare tutto ciò a chi non è più bambino?

La qualità di vita dei nostri vecchietti è legata a stretto filo alle attività ludico-occupazionali che riusciamo a mettere in campo.

Non si pensi  alla tombola e al cruciverbone che di solito altro non sono che  senior-sitter …!

C’è chi ha capito che i bei giochi sono infiniti e che quelli con maggior successo sono riedizioni dei giochi d’infanzia con poche variazioni in funzione della diversa abilità motoria.

Un esempio ? Il tiro al bersaglio !   Ha una capacità di coinvolgimento che nessuno di noi operatori immaginava prima di sperimentarlo

  L’attività svolta con questo strumento agisce su più fronti ;

- Facilità la socializzazione (il giocare in gruppo);

- Aumenta l’autostima, produce effetti positivi sull’umore, migliora la percezione delle proprie risorse e capacità residue. (il centrare un bersaglio, un preciso colore o quantomeno impegnarsi per farlo);

- Migliora le capacità cognitive ( attenzione, concentrazione, comprensione delle  regole);

-fa fare attività fisica (è un gioco dinamico dove si impegnano i movimenti degli arti);

- stimola le attività logico matematiche (conteggio in gruppo dei punteggi ottenuti);

- …ma soprattutto : è divertente ! J

Non ci credete?  Venite a vedere !