L’uomo non smette di giocare perché invecchia ma invecchia perché smette di giocare (G.
B. Shaw)
Se questo è vero….. il gioco in una comunità come la nostra va promosso e valorizzato.
A volte ci capita di leggere negli sguardi dei nostri visitatori una forma di rispettosa ma compassionevole
indulgenza verso le attività ludiche o occupazionali nelle quali coinvolgiamo i nostri ospiti. Nell’immaginario comune collettivo, il gioco appartiene alla tenera età o alla giovinezza e in questa fascia di
popolazione è legittimato in quanto strumento di crescita . Niente di più sbagliato!
Il gioco è vita, è mettersi in discussione, è confronto con i propri pari,è stimolo al miglioramento della propria performance,
è socializzante, è un motore che genera positività.
Perché mai negare tutto ciò a chi non è più bambino?
La qualità di vita dei nostri vecchietti è legata a stretto filo alle
attività ludico-occupazionali che riusciamo a mettere in campo.
Non si pensi alla tombola e al cruciverbone che di solito altro non sono che senior-sitter …!
C’è chi ha capito che i bei giochi sono infiniti
e che quelli con maggior successo sono riedizioni dei giochi d’infanzia con poche variazioni in funzione della diversa abilità motoria.
Un esempio ? Il tiro al bersaglio ! Ha una capacità di coinvolgimento che nessuno
di noi operatori immaginava prima di sperimentarlo
L’attività svolta con questo strumento agisce su più fronti ;
- Facilità la socializzazione (il giocare in gruppo);
- Aumenta l’autostima,
produce effetti positivi sull’umore, migliora la percezione delle proprie risorse e capacità residue. (il centrare un bersaglio, un preciso colore o quantomeno impegnarsi per farlo);
- Migliora le capacità cognitive ( attenzione,
concentrazione, comprensione delle regole);
-fa fare attività fisica (è un gioco dinamico dove si impegnano i movimenti degli arti);
- stimola le attività logico matematiche (conteggio in gruppo dei punteggi ottenuti);
- …ma soprattutto : è divertente ! J
Non ci credete? Venite a vedere !